Itinerario archeologico
Il territorio dell'Alto Lazio è ricco di importanti testimonianze storiche che ininterrottamente si susseguono dalla preistoria ai nostri giorni. La Tuscia è una zona eccezionale, sia dal lato storico che da quello monumentale, offrendo al visitatore superbe necropoli e splenditi siti di epoca etrusca e romana. I primi abitanti della Tuscia furono gli uomini delle caverne. Testimonianze della loro esistenza sono state documentate dai tanti ritrovamenti nel territorio del Lago di Bolsena e dalla sensazionale scoperta di un'imbarcazione costruita circa 2.700 anni fa da un unico tronco di faggio e rinvenuta dai sub al largo dell'Isola Bisentina. Altri importanti siti furono scoperti nei territori di Grotte di Castro, di Orte e nelle campagne di Ischia di Castro dove lungo la Valle del fiume Fiora presso le Sorgenti della Nova, furono scoperte vaste necropoli di età neolitica. Altre presenze appartenute alla "facies eneolitica" si ritrovarono a "Poggio Rinaldone" vicino a Montefiascone, nei pressi di Viterbo e nella Selva di Malano.

Gli Etruschi
Non è un paradosso definire ancora oggi la Tuscia territorio etrusco, tanto questa antica presenza ha lasciato indelebili i segni della sua civiltà sul volto attuale dell'Alto Lazio. In ogni luogo emergono segni evidenti della presenza etrusca, accanto alle emergenze più note per l'eccezionale valore artistico, la Tuscia offre al turista un susseguirsi ininterrotto di "centri minori" estremamente importanti e suggestivi. Calandosi nello spirito dei viaggiatori ottocenteschi sarà facile capire il nascere del mito degli etruschi come popolo enigmatico e misterioso, sebbene oggi si conosca molto sulla loro storia, le loro strutture politiche, la loro religione, la loro cultura e anche la loro lingua. L'uso di costruzioni con materiali facilmente deperibili quali il legno e l'argilla, di effimera durata, hanno contribuito a far si che dell'architettura etrusca rimanessero i monumenti funerari, ipogei o rupestri, concorrendo a definire l'immagine di una cultura in cui la morte e l'oltretomba avevano rilevanza assoluta. Solo negli ultimi decenni attraversi studi e ricerche si sono avute maggiori informazioni sulla vita quotidiana, politica e sociale degli Etruschi.

Tarquinia, una delle lucumonie più importanti, nonché una delle città etrusche più vitali del Mar Tirreno, è considerata il centro di partenza per tutti gli itinerari alla scoperta degli etruschi nella Tuscia. Nel magnifico Palazzo Vitelleschi, eretto in forme gotico - rinascimentali, si ospita una tra le collezioni dell'arte etrusca e greca più importanti d'Italia. Corredi funerari in bronzo, stupendi vasi ed ori fanno da cornice ad un esempio straordinario di coroplastica etrusca quale il gruppo dei "Cavalli Alati", proveniente dal fronte dell'Ara della Regina nella vicina Acropoli. Nella vasta necropoli tarquiniese vi sono importanti sepolcri di epoche diverse decorati all'interno da stupendi cicli pittorici databili tra i sec. VI e I a.C. La pittura per gli etruschi ha avuto finalità nel ricreare gli aspetti più ludici e gioiosi della vita attraverso narrazioni fresche e vivaci. Descrizioni festose sono quelle rappresentate nei banchetti allietati da musici e danzatori che si vedono nella "Tomba delle Pantere" (sec. VI a.C.), mentre toni decisamente più drammatici arricchiti da complesse simbologie sono rappresentate nella "Tomba dell'Orco" ( sec. IV a.C.).
Vulci fu un'altra importante lucumonia etrusca. Nelle vaste necropoli sparse nel territorio, sono stati rinvenuti corredi funerari di rara bellezza artistica ed un raffinato affresco nella "Tomba Francois" di fine sec. IV a.C. Presso il Museo allestito nel Castello dell'Abbadia maniero costruito a picco sulla gola del fiume Fiora, in una zona isolata e suggestiva, sono esposti reperti rinvenuti nelle zone limitrofe.
Anche Tuscania, fu un ricco centro etrusco all'interno della costa tirrenica. Tra i siti nelle campagne, meritano una visita la labirintica tomba detta "Grotta della Regina" del sec. IV - III a.C. e le vicine sepolture della famiglia dei "Curunas". In loc. Peschiera si trova la "Tomba a Dado", splendido esempio di architettura imitante una casa etrusca del sec. VI a.C.

Nel Museo locale, allestito presso il chiostro della chiesa S. Maria del Riposo sono visitabili reperti provenienti dal territorio.
Un interessante tour è quello intorno al Lago di Bolsena con la necropoli di Pianazze a Grotte di Castro del sec. VII - VI a.C. dove si possono ammirare alcuni reperti nel piccolo Museo in Palazzo del Podestà e nella vicina Bolsena a Pian di Muraccio e Poggio Pesce sono stati scoperti resti di abitazioni e necropoli e secondo la tradizione in quest'area era ubicato il "Fanum Voltumnae" ossia il mitico santuario dove si riunivano le dodici città confederate.
L'entroterra della Tuscia conserva memorie etrusche di elevato interesse artistico, situate in paesaggi di rara e suggestiva bellezza naturalistica. Un territorio di grande fascino arcano, segnato dal valloni tufacei che si caratterizzano per una selvaggia e vivace vegetazione spontanea.
Castel d'Asso, poco lontano da Viterbo, conserva una necropoli rupestre scavata su un fianco tufaceo nel vallone del torrente Freddano. Le tombe a facciata sono scavate le une accanto alle altre, su tre gradoni. Caratterizzate da elementi architettonici scolpiti sul tufo, le tombe creano un singolare aspetto scenografico.
Norchia, presenta nelle sue vaste necropoli, caratteristiche simili a Castel d'Asso ma più monumentali e decorative. I sepolcri: ipogei, a dado ed a facciata, sono disposti sulle pareti ricavati su gradoni naturali e artificiali, collegati da scalette. Stupende le due tombe a tempio con colonnati trabeati e frontone datate ai sec. IV - III a.C.
Nella valle del fiume Biedano, si estendono importanti siti archeologici che comprendono i territori di Blera, S. Giuliano, Barbarano Romano e S. Giovenale.

Blera presenta una serie di estese necropoli rupestri dall'età arcaica sec. VI - V a.C., al sec. III a.C. Le necropoli di Blera, composte da più di mille tombe costituite da varie tipologie sono state purtroppo durante i secoli danneggiate ed adibite ad usi impropri. Nel territorio vetrallese, la zona archeologica di Grotta Porcina, presenta tombe a camera ed a tumulo ed un grande altare cilindrico decorato con bassorilievi, forse un luogo destinato a cerimonie e danze.
Grandiosi i resti della necropoli di S. Giuliano, centro importante già in epoca villanoviana, con notevoli tipologie di tombe rupestri ed a tumulo (Tombe Cuccumella di Caiolo o della Cima), con all'interno scavati nel tufo i soffitti a cassettoni riproducenti le antiche abitazioni etrusche. Magnifica la "Tomba della Regina" dalla tipologia a dado che si affaccia sul torrente antistante. Interessante a Loc. Valle Cappellana con una grandiosa sepoltura a tumulo sul quale si aprono due tombe decorate all'interno da colonne, lesene e tetto scolpito a travi.
Altro importante sito di stupenda suggestione è S. Giovenale con tombe rupestri ed a tumulo databili dal sec. X al VI a.C. e sull'acropoli resti dell'abitato etrusco e del castello medievale. Non lontano da S. Giovenale sono visitabili i resti di un villaggio protovillanoviano che si trova a Luni sul Mignone.
In loc. Acquarossa, vicino alla romana Ferentum fu rinvenuto un interessante centro arcaico caratterizzato da edifici raccolti intorno ad uno spazio centrale con costruzioni pubbliche e private. Nel Museo Archeologico allestito alla Rocca Albornoz di Viterbo sono esposti reperti rinvenuti nella zona.
Ai margini della Tuscia si estendeva l'Agro Falisco con la sua principale città di rara bellezza, che era Falerii Veteres (attuale Civita Castellana). Nel locale Museo Archeologico ospitato all'interno dell'imponente Fortezza del Sangallo, sono esposti interessanti reperti di questa gloriosa civiltà sino all'avvento di Roma, con oggetti, sculture e bronzi che vanno dal sec. X al VI a.C. e stupendi corredi funerari provenienti dalle vicine zone di Fescenium (Corchiano), Faleria, Nepi, Vignanello e Fabrica di Roma.


I Romani
La conquista romana nei confronti dell'Etruria dà un nuovo volto a tutta la Tuscia. La costruzione di importanti opere monumentali come le grandi vie consolari, veri capolavori di collegamento viario, testimoniano la progressiva "romanizzazione" dei territori etruschi nell'Alto Lazio. La via Cassia, che univa Roma con l'Etruria attraversava tutta la Tuscia, passando per Veio, successivamente costeggiava la necropoli e il teatro di Sutri per dirigersi a Capranica e "Forum Cassii" (odierna S. Maria in Forcassi vicino Vetralla), poi si dirigeva in direzione di "Surrena Vetus" ossia Viterbo dove si poteva sostare e rilassarsi in un esteso complesso termale, poi Montefiascone, Volsinii Novi (Bolsena) ed infine Aquula (Aquapendente) per proseguire in Toscana.
L'azione espansiva di Roma su Falerii Veters, segnò la costruzione di due importanti vie in quest'area: la via Amerina e la via Flaminia. La Flaminia costeggiava a sud Civita Castellana e lasciava il territorio di Gallese attraversando il Tevere per dirigersi verso Narni. La via Amerina invece di distaccava dalla via Cassia all'altezza della Valle del Baccano per dirigersi a Nepi, Falerii Novi, costeggiava Corchiano, S. Bruna, Castrum Amerinum (nelle campagne di Vasanello) dirigendosi al porto di Seripola sul Tevere per proseguire ad Amelia. La via Aurelia invece attraversava tutta la zona litoranea della Tuscia passando per Tarquinia e Vulci e lungo il suo tracciato sorse "Forum Aurelii" presso Montalto di Castro. Infine la via Clodia fu un importante tracciato che collegava varie località dell'Alto Lazio. Infatti la Clodia da Roma passava per Forum Clodii nelle campagne di Bracciano, poi Oriolo Romano, Blera, Norchia da cui si divideva in due diramazioni: una verso Tuscania continuando poi sul Lago di Bolsena e verso i centri a nord della Tuscia, l'altra da Tuscania si dirigeva verso Vulci.
Imponenti siti archeologici romani, sono oggi visitabili presso la Falerii Novi risalente al 241 a.C. cui sono ammirabili: la cinta muraria in blocchi tufacei, la via Amerina, le due stupende porte di Giove e di del Bove ed infine i resti delle necropoli, del teatro e di strade urbane. Sutri offre al visitatore la sua necropoli e l'Anfiteatro interamente scavato nel tufo, costituito da gradinate, corridoi di accesso e porte, costruito alla fine del sec. I a.C. da maestranze etrusche. Vulci, dove è ben visibile la continuità di città etrusca e poi romana con l'ampio abitato che va dal sec. IV al sec. I a.C. con resti del complesso termale, strade basolate e decumano. Ferento si presenta al turista con il suo superbo teatro composto da possente cavea cinta da ventisei arcate e dal frons scenae di epoca augustea, nelle vicinanze resti di terme e decumano. Infine nel territorio di Bolsena a Poggio Moscini sono visitabili resti di abitazioni, mentre in loc. Mercatello fu rinvenuto un trono fittile dedicato a Dionisio detto "delle Pantere" oggi esposto nel locale Museo presso la Rocca Monaldeschi.
